lunedì 20 ottobre 2008

Hegel è Mogol ?

Questa canzone mostra perfettamente il carattere di tutta la produzione Battisti-Panella. Questa è una canzone imprendibile, quasi come A portata di mano, e può essere letta e interpretata sotto molteplici punti di vista.
La mia interpretazione, e questo vale anche per tutte le altre, è soltanto parziale, non ha la pretesa di essere "l'interpretazione" assoluta del brano e soprattutto non esclude altri tipi di lettura.


Hegel è una canzone che presenta alcune contraddizioni evidenti, ma fosse solo per questo, considerata la logica hegeliana, sarebbe una canzone coerente.
Cominciamo a capire quanti sono i protagonisti della canzone: sono tre o sono quattro?
L' Io della canzone ricorda il SUO bel nome, e si riferisce a una terza persona. Il sesso di questa terza persona non è specificato.
Dopo la prima modulazione compare una lei, la Jena dal bel nome.
Poi c'è un'altra modulazione e i protagonisti diventano due , ma questa volta l'Io canta alla prima persona plurale . Dice noi e dice tu.
Questi tre o quattro protagonisti innescano una serie di interpretazioni, più o meno spericolate, che si intrecciano con il senso letterale , ricco di riferimenti alla vita e al pensiero di Hegel. ( Jena, Tubinga, Napoleone che entra a cavallo nella città incendiata ,dialettica servo padrone,le collisioni)
Se queste interpretazioni sono corrette o solo fantasiose non mi importa. Ognuno può giudicare da sè, io continuo ad attenermi ai fatti accertati, e da questi cerco di trovare connessioni coi testi.

Hegel è Mogol.
La Jena ovviamente è Grazia Letizia Veronese
L'io della canzone è Battisti.
Il tu è Panella.

(prima incongruenza : in altre canzoni sembra invece che l'io sia Panella)
Cominciamo da quella che sembra essere l'accoppiata più strampalata, ossia Hegel = Mogol

Battisti dichiara negli anni 70
"Voglio essere il fine dicitore della canzone italiana"
Ascoltando le sue canzoni si capisce che la ricerca della pronuncia corretta di tutte le parole è ancora viva anche nel periodo con Panella.
Sentite per esempio come pronuncia coscIenza in Estetica. La I si sente nettamente.
Ecco, a fronte di una cura meticolosa nel pronunciare in modo corretto tutte le parole, nella canzone Hegel , stranamente Lucio( "lavorava moltissimo sulla melodia", Panella) pronuncia in modo sbagliato Hegel. Lo pronuncia alla napoletana: dice Hegèl.
E' praticamente un unicum, questo errore.
Pronunciato in questo modo, Hegèl suona come Mogòl.
Hegèl Tubinga suona come Mogòl Battìsti.
Certo siamo nel campo della fantasia pura. Ma andiamo avanti.

L'album esce il 29 di settembre, data dagli ovvi riferimenti mogoliani.
Panella , in occasione dell'uscita rilascia alcune interviste nelle quali dichiara che Hegel è un manifesto contro la canzone spazzatura,
"Sfuggo il senso unico, o meglio l'unico senso.Detesto chi ne enfatizza uno soltanto. E' un impoverimento della canzone. Le canzoni hanno bisogno di trovare sempre significati nuovi e non devono avere speranza."

Continuiamo su Mogòl: io avrei masticato la sua tuta da ginnastica.
Questa frase si capisce, secondo me, soltanto se la colleghiamo a un'altra dichiarazione di Pasquale, secondo me rilasciata dopo aver constatato, e lo dice chiaramente sempre in una intervista, che critici e commentatori non avevano capito nulla dell'album:

"Hegel era uno che difendeva la sua zona. Hegel era un terzino."
In che ruolo giocava Mogol, nella nazionale cantanti?

Eh, giocava proprio da terzino( e il bello è che lo dice pure in una canzone con Lucio, Una vita viva).

Panella detesta la canzone governativa, la canzone serva : oltre a ricordare che la filosofia hegeliana divenne filosofia di stato, si deve porre l'accento sul fatto che proprio in quegli anni Mogol inaugurava il CET, quella scuola per autori di canzoni , tanto reclamizzata e che finora non ha prodotto nulla di significativo.

Proseguiamo:
Il nome se lo prese in prestito dai libri

Ultimamente Mogol ha dichiarato di non ricordare da dove abbia preso questo pseudonimo, ma è abbastanza semplice scoprirlo. Il Gran Mogol , quello vero , è il conquistatore di Costantinopoli, fondatore dell'omonima dinastia.
E' curioso inoltre notare che Lew Wallace ha scritto un libro sul gran Mogol, e Lew Wallace è l'autore di Ben Hur, titolo che riporta alla mente l'imperativo che l'Io di DonGiovanni rivolge all'ascoltatore. Segnalo e depennalo.

E fu come copiare di nascosto
fu come soffiare sul fuoco

La coppia Mogol Battisti produce un disco dopo l'altro, un progetto a tavolino che scivola sempre più nel commerciale. Soffiare sul fuoco significa alimentare un dissidio.Il dissidio lo vive Lucio, tra quello che sente di essere e quello che è per la critica italiana.

Poco dopo arriva una lei, quella che alcuni cretini, anche famosi hanno soprannominato la Yoko Ono della Brianza e che invece secondo me è solo una donna innamorata di suo marito e gelosa della propria famiglia.

Lei nel suo bel nome era una Jena
Il bel nome è Grazia Letizia
Jena perché accusata da molti come la vera artefice del divorzio mogolBattisti,
( se fosse vero le dovrebbero dare l'Oscar, senza nulla togliere al periodo con Mogol, che ha sfornato grandi canzoni e grandi album come Anima Latina)

Qui però arrivano due o tre frasi che si intrecciano sia a Battisti Mogol, sia a Battisti Velezia e sia a Battisti Panella
Chi di noi il governato, chi il governatore
Chi fosse la provincia e chi l'impero son fatti che attengono alla storia

Aggiungiamo anche il presunto litigio sui diritti d'autore ( e persino quello su questioni di proprietà: ognuno esigeva la terra dell'altro. Ma potremmo anche aggiungere il cavalcato a pelo, che richiama in qualche modo uno dei pochi episodi noti della vita di Lucio, ossia la cavalcata Milano Roma fatta con Mogol, anche se i cavalli erano sellati!)

Improvvisamente per si passa al noi. Il brano modula nuovamente e la canzone recita

Erano gli esercizi obbligatori estetici, le occhiate di traverso e TU guardavi indietro
c'eravamo capiti , capiti all'inverso, ci diventammo leciti per questo.
D'altronde e d'altro canto.
....Talmente presi ci si rese conto
di essere un'allegoria soltanto quando
ci capitò di indicare il soffitto col naso
di dire noi due e ci marmorizzammo.

Qui , secondo me Panella parla del rapporto tra lui e Lucio.
Sempre in un'intervista si lamenta del fatto che LORO MALGRADO, anche la coppia Battisti Panella era diventata un fenomeno commerciale, una distilleria abusiva che goccia a goccia secerneva a scadenza biennale un nuovo disco.
Panella diceva : abbiamo fatto( tu guardavi indietro)
Battisti pensava subito al prossimo
In pratica i due erano diventati scontati, una figura del mercato discografico, erano stati istituzionalizzati. Marmorizzati.


Se viene letto hegelianamente questo testo è stupefacente: la tesi iniziale di Battisti che stanco della routine e della squallida figura di prodotto commerciale rompe il sodalizio con Mogol, si ribalta nell'antitesi di Panella che per gli stessi motivi rompe il rapporto con Lucio.
La sintesi è scritta negli ultimi versi:

La corda tesa amò l'arco
ecc ecc Era la collisione il primo scontro epico ( a parole)
perché non scritto ma cavalcato a pelo
e ognuno esigeva la terra dell'altro , ecc

La sintesi è che il miracolo della produzione Battisti Panella è stato possibile solo in quanto incontro tra due opposti, dialettica tra arco e corda( vedere Eraclito e considerazioni di Hegel su Eraclito).
A volte essere nemici facilita: piacersi è così inutile.
L'arte, il miracolo scaturisce proprio dalla collisione tra i due contendenti che , seppur discutendo amabilmente , cercano di sottrarsi il terreno a vicenda.
Quando si diventa UNO, quando ci capitò di dire noi due, la passione è finita. E' la nuova tesi in cerca di una nuova antitesi.

0 Commenti:

Posta un commento

Iscriviti a Commenti sul post [Atom]

<< Home page