venerdì 24 ottobre 2008

Per altri motivi Interpretazione

Inscrivendo Per altri motivi nell'interpretazione generale dell'album L'Apparenza,la canzone diventa totalmente comprensibile.
Titolo Per altri motivi= (ci muoviamo) per altre cause.
Il motivo è ciò che spinge a muoversi.
Ah questa poi, sento di star per vivere.

E' il momento del risveglio.
Mentre io sento che sono vivo, in realtà dentro di me avvengono infiniti processi vitali dei quali io non so nulla e sui quali non posso nulla. Si parte con la parallela vita intestinale, i villini infatti sono tremila per centimetro cubo ed entrano in azione per assorbire i cibi. Inutile ricordare che il processo della digestione avviene involontariamente.


Nello stesso momento tremila riluttanti con lunghissimo mento
e i denti scricchiolanti avidamente
tremila debuttanti sfondano contemporaneamente
le quattro pareti nemmeno tanto ingenuamente
perché non c'erano segnali di divieto
Ah questa poi sento di star per vivere e i villini camminano dopo i pranzi
con l'inquilino in bocca stuzzicante
anzi tutte le belle pancione dovrebbero fregiarsi di un balcone

Ah! come sono triste mi mangerei oltre il pasto le liste dei vini se fossero di sfoglie coi croccantini al posto delle scritte. Avrei una voglia, un taglietto d'affetto. Cosa sento ma niente. Un affetto non si prova s'indossa direttamente.

Qui allude al rapporto psiche soma, anima corpo

Lo stato d'animo, tristezza, condiziona il corpo ( mi mangerei)

Bello il verso Un affetto non si prova si indossa direttamente




L'affettività non è qualcosa che possiamo "provare" prima di accettarla.

Come dire: ti amo solo col cervello...
L'affettività "unisce" anima e corpo indissolubilmente.
Le pene dell'anima incidono sulla vita del corpo e viceversa.


Mettiti nei tuoi panni dove sei più aleatoria .Siamo nella preistoria.


Secondo me significa:

Mettiti nei tuoi panni pulsionali, perché è lì che sei più aleatoria, più imprevedibile. Siamo nella preistoria quando mettiamo a dormire io e super io. Quando soddisfiamo l'istinto del piacere.


Ah come sono vivace , come uno che tace. Questa frase non sono sicuro di averla capita, comunque azzardo un Quando tace l'io e prende il sopravvento l'animale, l'uomo è in stato di vivacità




Ci si domanda chi ha fiatato Fiatato sta per respirato

Il corpo vive una vita totalmente autonoma.

Il diventare uno è conciliare il due che è in noi. La parte cosciente e la parte subcosciente.
Qui siamo al capolavoro panelliano: Questa stessa frase, intesa come domanda

" Ci si domanda: Chi ha fiatato?" si collega con "E ognuno si voltò dall'altro lato Credendo di aver pronunciato lui stesso quella frase."
In questo passo c'è dentro anche Battisti, che secondo me contribuisce a creare il doppio senso scandendo la frase in modo equivoco.
Qui Panella con un gioco di prestigio linguistico passa alla coscienza e al pensiero. Non è la coscienza che ci fa parlare.
( Per inciso mi vengono in mente le parole di Gesù, tanto per non citare sempre filosofi o psicologi "non siete infatti voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi".)

Dicevo non è la coscienza che ci fa parlare, anche se crede di aver pronunciato lui stesso quella frase. Non è stata la coscienza a suggerire quella frase alla voce.

Chi ha parlato è l'AUTISTA, che PRONUNCIA IL DISCORSO PIU' LUNGO CHE ESISTA.

Il discorso più lungo che esista è il LOGOS, il flusso continuo , del quale abbiamo esperienza quando ci mettiamo a dormire, anche prima del dormiveglia, quando i pensieri si susseguono e il mondo esterno non ci distrae dal seguirne il flusso. CHi ha parlato è il MISTERIOSO AUTISTA che è dentro ogni essere vivente. Quello che Platone chiama .....Auriga.
Faccio notare che il naso ( sento un tepore ecc) è il luogo nel quale per Hegel si congiungono lo spirito e la materia ( perchè sta in mezzo tra fronte e bocca, pensiero e nutrizione) E infatti dice : al naso MI unisce, dove MI è l'Io pensante, quello che dice Sento di star per vivere.

Al ritorno una strada restò sola e le corsie incontrandosi non dissero nemmeno una parola.


Al risveglio l'es e l'io si incontrano ma non comunicano tra loro , e la strada torna a essere sola-

Sto per vivere di fresco e me ne esco
Uno da una parte Uno dall'altra: La commedia dell'arte

Il me ne esco può riferirsi sia all'uscita dall'unità con conseguente ritorno alla consueta dualità oppure all'uscita vera e propria nel mondo esterno. La vita di tutti i giorni infatti è condotta su due strade diverse dall'io e dall'Es. La commedia dell'arte sta a indicare il carattere della vita sociale. Tutta la vita è commedia (come dice lo stesso Panella) nella quale gli attori sono due Io e L'altro che c'è in me.

Commedia dell'arte è prima di tutto Improvvisazione, recita su canovaccio, Proprio come la nostra vita Aggiungo: Con il verso Commedia dell'arte , Per altri motivi si riallaccia ad A portata di mano. Si parla sempre del concetto di Improvvisazione.

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